Matera Cave

Flora

Il territorio del Parco nazionale dell’alta Murgia, istituito con DPR10/03/2004, occupa una superficie di circa 68.000 ettari. Gli habitat prioritari a livello comunitario presenti sull’alta Murgia sono le Praterie    su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) con stupenda fioritura di orchidee e i Percorsi substeppici di graminee e piante annue (Thero-Brachypo- dietea), vi sono inoltre Querceti di Quercus trojana e versanti calcarei della  Grecia mediterranea.

Un censimento condotto sul territorio dell’alta Murgia contava oltre 1.100 specie spontanee, tale valore rappresenta il circa 25% delle 6000 specie presenti sull’intero territorio nazionale.

Habitat presenti nell’Alta Murgia

  • PERCORSI SUBSTEPPICI DI GRAMINACEE E PIANTE ANNUE DEI THERO-BRACHYPODIETEA

Si tratta di praterie aride a dominanza di graminacee, su substrati di varia natura, spesso calcarei. Tali praterie risultano dominate da graminacee annuali come il lino delle fate annuale (Stipa capensis) e il paleo (Trachynia distachya), Questo habitat solitamente domina le quote più basse del comprensorio del Parco, oppure affianca le praterie aride submediterranee ad impronta balcanica alle quote più elevate

  • FORMAZIONI ERBOSE SECCHE DELLA REGIONE SUBMEDITERRANEA ORIENTALE (SCORZONERATALIA VILLOSAE)

L’habitat  corrisponde  a  praterie  aride  submediterranee dell’ordine Scorzoneratalia villosae (scorzonero-chrysopogonetalia).

  • BOSCHI ORIENTALI DI QUERCIA BIANCA (ROVERELLA)

Fanno parte di questo habitat boschi mediterranei e submediterranei adriatici a dominanza di Quercus virgiliana, Q. dalechampii, Q. pubescens s.l. e Fraxinus ornus. si rinvengono in particolare lungo la scarpata di separazione tra la Murgia alta e la Murgia Bassa che volge verso l’adriatico.

  • BOSCHI A QUERCUS TROJANA (FRAGNO)

L’habitat corrisponde a boschi adattati a condizioni da caldo-aride a più fresche, puri o misti, a Quercus trojana e Quercus virgiliana talora con presenza di Carpinus orientalis. il fragno è dominante nelle formazioni boschive residuali della Murgia materana e laertina e nelle Murge sud-orientali. Nel Parco dell’alta Murgia il fragno occupa superfici limitate.

  • PARETI ROCCIOSE CALCAREE CON VEGETAZIONE CASMOFITICA

La presenza di piccoli affioamenti rocciosi ad andamento verticale, fa sì che compaiano alcune specie di particolare rarità come Campanula versicolor, Carum multiflorum e Aurinia saxatilis spp. megalocarpa.

Nel Parco sono presenti differenti tipologie di ambienti che molto spesso si intervallano gli uni agli altri dando luogo ad un vero e proprio “mosaico”, le principali tipologie ambientali del Parco sono:

  • praterie aride,
  • arbusteti,
  • boschi misti di querce,
  • rimboschimenti di conifere.

Tra le specie più diffuse spiccano: l’ormai sempre più raro timo arbustivo (Thymus capitatus), il timo spinosetto (Tymus spinulosus), raro endemismo dell’Italia Meridionale, l’eliantemo jonico (Helianthemum jonium), endemismo di Puglia e Basilicata con disgiunzione dell’areale in Romagna, la rara salvia argentea (Salvia argentea), la santoreggia montana (Satureia montana), il lino di Tommasini (Linum tommasini), specie il lirica rarissima, nota in Italia per il Friuli e il Veneto, la Puglia e la Basilicata è l’euforbia spinosa (Euphorbia spinosa) che con i suoi cuscini emisferici è diffusa principalmente nelle zone alte e ventose.

Abbastanza frequenti in questi ambienti sono pure le neofite. Fra le più comuni troviamo lo zafferano di Thomas (Crocus thomasii), l’endemico cipollaccio della Basilicata (Gagea chrysantha), il raro aglio moscato (Allium moschatum), il giaggiolo siciliano (Iris pseudopumila), l’endemico latte di gallina di Adalgisa (Ornthogalum adalgisae) e tante altre. Nelle cenosi pseudosteppiche, dove abbondante in passato è stato il pascolo e dove il substrato si presenta compatto e asfittico, si rinvengono copiose specie come l’asfodelo mediterraneo (Asphodelus microcarpus), la ferula (Ferula comunis), l’asfodelo giallo (Asphodeline lutea), la scilla marittima (Urginea marittima), tutte specie che non sono appetite dal bestiame.

Diffusissimi e spesso di notevole estensione sono gli xerogramineti che costituiscono delle vere e proprie praterie steppiche nelle quali le specie dominanti sono le graminacee appartenenti per lo più al genere Stipa. Tra le più presenti ricordiamo: l’endemico lino delle fate mediterraneo (Stipa austroitalica), il raro lino delle fate di Lagasca (Stipa fontanesi), il lino delle fate annuale (Stipa capensis), il barboncino mediterraneo (Cymbopogon hirtus), la cerere comune (Aegilops geniculata) e tante altre.

L’intera scarpata della Murgia Materana è interessata dalla singolare presenza di imponenti solchi erosivi simili a canyon che ne intaccano lo spesso basamento di calcare cretacico. Questi burroni sono comunemente noti come “gravine” e i tratti più imponenti hanno pareti ripide strapiombanti, incredibilmente modellate dalla millenaria erosione, con guglie, pinnacoli, grotte e caverne, scenario singolare in cui fiorì la civiltà rupestre.

Queste forre costituiscono per molte rare specie una ambiente altamente conservativo, nel senso che hanno svolto per millenni la funzione di custodi di entità floristiche di antichissima origine che, scomparse altrove per mutate condizioni, vi sopravvivono quali veri e propri fossili viventi, relitti di flore arcaiche. Alcune di queste specie dette dai fitogeografi “anfiadriatiche” sono presenti e abbondanti anche lungo le opposte coste adriatiche della ex Jugoslavia, dell’Albania e della Grecia e diffuse in Italia solo in alcune regioni che si affacciano sul Mar Adriatico tra cui Puglia e Basilicata limitatamente al territorio materano. Fanno parte di questo contingente flogistico specie come il raro Kummel di Grecia (Carum multiflorum), la splendida campanula pugliese (Campanula versicolor), l’elegante scrofularia pugliese (Scrophularia lucida), il delicato e raro alisso sassicolo (Aurinia saxatilis), l’atamanta siciliana (Athamanta sicula), il raro raponzolo meridionale (Asyneuma limonifolium), tutte specie con areale a baricentro balcanico e disgiunzione in Puglia e Basilicata a Matera.

Nella flora rupestre sono presenti anche prestigiosi e rari endemismi come il fiordaliso garganico (Centaurea subtilis), specie esclusiva del Gargano e delle Murge fra Laterza e Matera, Otranto e la Sila; la vedovino di Basilicata (Centaurea centauroides), appariscente e raro endemita dei substrati argillosi pure presente nell’area del Parco.

Fauna

Il territorio del Parco della Murgia mostra un ambiente naturale che colpisce per la sua bellezza segnata da pareti rocciose, gole e  lame, che si presentano l’una dietro l’altra, in una continuità tale da ospitare una fauna molto ricca che, grazie alla presenza di zone selvatiche e inospitali hanno limitato l’antropizzazione del territorio a vantaggio di una fauna che invece vi ha trovato le condizioni ideali per la propria sopravvivenza. Fra la gariga e la macchia mediterranea, nei boschetti residui di roverella e di fragno, si nasconde, oltre all’interessante flora rupestre, una fauna ricca e pittoresca.

In prossimità della gravina e delle zone umide si possono osservare l’usignolo di fiume e lo scricciolo, che vivono nascosti tra la vegetazione di salici e cannucce di palude. Lo scricciolo,è piccolo e molto somigliante ad una pallina, con il piumaggio bruno-rossiccio e molto folto, e la coda tipicamente tenuta all’insù. Si nutre principalmente di larve, insetti e bacche.

L’istrice è un roditore strettamente vegetariano che abita la rigogliosa macchia mediterranea e si nutre di radici, frutta e cortecce tenere, di cui la Murgia è ricca. È un animale che si sposta prevalentemente di notte, per cui risulta più facile avvistare i suoi aculei magari vicino alla tana, è quindi molto raro incontrare questo roditore dalla corporatura robusta sormontata dai lunghi aculei bianchi e neri.

Nella tanto ricca e variegata non potevano mancare i rettili come il Colubro Leopardino, che prende il nome dalla caratteristica colorazione nella parte superiore, con macchie a pelle di leopardo rosso-gialle o rosso-sangue, oppure il Biacco, il Cervone, la Natrice dal Collare e la Vipera Comune.
Faine, volpi, tassi e ricci percorrono abitualmente i sentieri del parco, che offrono luoghi ospitali con scarsa antropizzazione.
L’altipiano della murgia ospita un’incredibile fauna ornitologica che movimenta i cieli del Parco della Murgia: il Capovaccaio, il più piccolo avvoltoio europeo. ha trovato un habitat ideale si riconosce dal caratteristico piumaggio bianco sporco, con un irsuto collare; il muso è giallo arancione, quest’uccello ha una particolare capacità: infatti per rompere le uova utilizza una pietra tenuta nel becco, anche se sembra che tale comportamento non sia innato ma appreso e tramandato.
L’aviofauna murgiana comprende anche Poiane, Nibbi Reali, Bianconi e Falchi Lanari, quasi tutti si nutrono di topi, vipere, rane, che è molto facile trovare in questi luoghi. Molti di loro sono nidificanti, ed alcuni prediligono gli anfratti rocciosi per la deposizione delle uova e trovano, fra le vaste pareti rocciose della Gravina il luogo ideale per la posa delle stesse uova. Una menzione speciale va al Falco Grillaio, simbolo del parco, che solitamente sverna nel Parco e si può osservare durante la caccia quando con la caratteristica posizione dello “Spirito Santo”,  dall’alto punta la preda si getta sulla vittima.